Studio-Casa Scatturin

Venezia, Campo Sant’Angelo, Calle degli Avvocati 3709: qui c’è uno spazio di 250 metri quadrati che Carlo Scarpa, tra il 1961 e il 1963, riprogettò completamente.

Osservando le foto degli interni, si può cogliere l’atmosfera intima di un luogo nato per essere abitato, vissuto, ma allo stesso tempo la firma poetica del maestro, che ne ha disegnato anche i complementi d’arredo,  è indelebile ovunque.

“Possiamo dire che l’architettura che noi vorremmo essere poesia dovrebbe chiamarsi armonia. L’architettura è un linguaggio molto difficile da comprendere – è misterioso, a differenza delle altre arti, della musica in particolare, più direttamente comprensibili” disse circa dieci anni dopo durante una conferenza all’Accademia delle Belle Arti di Vienna.

La casa-studio si presenta come uno spazio rettangolare a più livelli dove, grazie alla trasparenza dei materiali utilizzati, da un ambiente si percepisce sempre qualcosa di diverso dell’ambiente successivo: “Non abbiamo più muri di grosso spessore: noi tendiamo a spessori estremamente sottili, abbiamo persino abolito il muro qualche volta diciamo che tutto ciò è un fatto spaziale, ma non lo è affatto, perché il valore spaziale è difficile a dirsi”.  I soffitti e le porte – tutte disegnate in modo diverso da Scarpa – contribuiscono a differenziare gli ambienti, come il colore dei materiali utilizzati: il bruno dello stucco dello studio, il cemento rosso, giallo, marrone, del salone principale. Una scala armadio conduce alla chiocciola d’accesso all’altana triangolare che offre una vista spettacolare su tutta Venezia. Ma la particolarità di questa casa studio, sta anche nella persona che l’ha abitata: l’avvocato Lugi Scatturin. Era un grande amico di Carlo Scarpa e lo ha sempre salvato dalle beghe che gli capitavano spesso a causa dell’invidia dei suoi colleghi. Come ricorda un’amica, l’avvocato era una persona deliziosa, anche  un ottimo cuoco. La casa-studio rimane intrisa evidentemente dalla brillante personalità dei due amici, Scarpa e Scatturin, tanto che continua a ispirare altri artisti: nel 2015 nello spazio è stata organizzata una mostra collettiva di artisti contemporanei, curata da Geraldine Blais Zodo e Pier Paolo Pancotto, e intitolata “SIGNORI PREGO SI ACCOMODINO”.