LE CASE PAESAGGISTICHE DI JACQUES COUËLLE

Definito “anarchitetto” dal poeta francese Jacques Prévert per via della straordinaria capacità artistica con cui pensava e realizzava le sue opere Jacques Couëlle è stato un architetto autodidatta.
In un’intervista alla RAI nel 1969 dice di considerare la casa dell’uomo come “la sua protezione, come il ventre della madre” e che gli uomini, come gli animali, “si devono proteggere dai venti”.
Couëlle ha cercato “di captare ogni veduta possibile di una casa, di coglierne i lati positivi, di evitare gli elementi negativi che sono: i venti, il nord, la cattiva esposizione”. Ha considerato inevitabile “fare un’architettura integrata al luogo dove si trovava: questo gli ha permesso di arrivare piano piano ad un concetto di forma”.
Rompendo con il Movimento Moderno, che prediligeva l’angolo retto, ha progettato case dalle forme organiche e scultoree, che quasi spariscono nella vegetazione del luogo in cui si trovano. La specificità della sua architettura è dovuta al suo rapporto specialissimo con la natura, in particolare quella della Costa Smeralda: le sue case si inseriscono perfettamente nel loro ambiente naturale perché ne prendono in prestito le forme. Sono “case paesaggistiche”.

Couëlle considera la casa come l’ambiente che deve “ospitate i gesti dell’uomo” “non basta creare volumi che, all’interno, offrano alle persone uno spazio felice, e che, all’esterno, siano belli: i volumi devono integrarsi nell’ambiente. ‘ambiente”.
Per l’architetto,

Questo rapporto con la natura lo associa all’architettura organica di Antoni Gaudí, come il famoso Parco Güell (1900-1914) a Barcellona dove i sentieri scavati nel pendio come grotte seguono i contorni del terreno.