LA SPIRITUALITA’ MATERICA DI NAMSAL SIEDLECKI

A Seggiano,  un comune italiano di quasi mille abitanti in Val d’Orcia in Toscana, vive l’artista di origine statunitense Namsal Siedlecki.

Il borgo, uno dei più tranquilli e affascinanti della zona del Monte Amiata, ospita tra l’altro “Il Giardino di Daniel Spoerri”:  una tenuta acquistata all’inizio degli anni ’90 dall’artista svizzero che da allora l’ha arricchita di sculture sue o realizzate da artisti internazionali (attualmente ospita 113 installazioni di 55 artisti su un territorio vasto circa 16 ettari)

Namsal Siedlecki, che ha studiato all’Accademia di Carrara, dopo aver vissuto per un periodo a Torino, ha scelto Seggiano, luogo remoto e tranquillo.

L’ interesse dell’artista, che lavora principalmente con la scultura, è per la materia che si smaterializza trasformandosi. La ghisa  ad esempio, lo affascina, in quanto materiale forte, pesante ma fragile allo stesso tempo. E’ interessato alla forma che non si vede mai, che è solo percepibile, e che magari esiste all’interno di un’altra forma. Il suo lavoro si concentra sul liberare una scultura dal proprio peso: una volta ha riprodotto una scultura di Boccioni attraverso una stampante 3d e successivamente l’ha smaterializzarla in nanoparticelle, ottenendo una nanoscultura presente e assente allo stesso tempo, che si poteva eventualmente anche respirare.

A Namsal interessa capire come sono fatti gli oggetti e come reagiscono tra loro i materiali; su questa linea di ricerca ha realizzato due sculture di zinco, identiche, nate finite, ma che vivono nella costante trasformazione della loro forma perché inserite in una vasca galvanica dove una funge da catodo e l’altra da anodo, e viceversa.

Lavora spesso con ex voto e monetine di zinco lanciate con un augurio nella fontana di Trevi e che per qualche motivo non si possono cambiare.