DOLORES DEMURTAS

«Anche le mie bambine avevano sempre le mani sporche di terra – racconta in un’intervista Dolores Demurtas – ma io non le sgridavo, lasciavo che la mangiassero perché l’argilla ha poteri depurativi per l’organismo». Da queste parole traspare il profondo legame di questa donna, minuta, dai vispi occhi verdi, con la sua terra, la Sardegna, e con il suolo ricco di minerali di quest’ultima: l’argilla.

 «Ho usato quasi tutte le terre, tanti colori e tipi argille mischiate per ottenere effetti particolari: la terra di Sardegna è fatta di strati e ho sempre cercato di sperimentare tra le diverse gradazioni, guardando la terra si capisce quanto tempo ci mette la natura a creare»

La maestria nel lavorare questa materia, nonostante fosse autodidatta, e il rispetto per la tradizione ceramista sarda, la portano a creare piccoli capolavori, in particolari sculture e vasi, o grandi pezzi decorativi, come il pannello di tre metri per quattro, denominato L’Inferno dantesco, esposto a Cagliari.

La particolarità dei suoi lavori sono gli effetti cromatici unici e spettacolari, ottenuti cuocendo le opere nel forno a legna con il quale inizia a lavorare negli anni Cinquanta. Solo nel 1960 riesce ad acquistare il primo forno elettrico, ma la manualità rimane l’elemento distintivo della sua produzione, in particolare nel realizzare i decori naturalistici -come fiori e rami – ispirati alla vegetazione sarda .

Dagli anni ’50 agli anni ’70 ha esposti i suoi lavori in tutta Europa, poi a New York (Palazzo ONU), Montreal, Sidney (Le Vele), Singapore. Dagli anni ’80 ad oggi ha avuto mostre a New York (Palazzo ICE), Miami, Tokio, ed è stata presente in tutte le esposizioni internazionali organizzate dalla Regione Sardegna (I.S.O.L.A.).