EUGENIO E MARIO QUARTI

Dopo un periodo di apprendistato a Parigi, Eugenio Quarti nel 1888 torna a Milano ed inizia a lavorare per un breve periodo nella bottega di Carlo Bugatti, a cui si ispira nella prima produzione autonoma. Solamente quando apre il suo laboratorio di ebanisteria, insieme al figlio Mario, si specializza in una produzione di mobili liberty, meno eccentrici ed ornati.

In pochi anni riesce ad affermarsi a livello nazionale e la sua fama aumenta grazie alla partecipazione a esposizioni nazionali ed internazionali (Torino 1898, Parigi 1900, Torino 1902, infine Milano 1906); tra il 1900 e il 1906 si definiva la sua linea stilistica attraverso un’evidente semplificazione delle strutture, all’attenzione data alla funzionalità dei mobili e alla scelta dei legni quali, per esempio, il palissandro.

La vera svolta nella sua carriera avviene nel 1902, quando partecipa alla I Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna di Torino.
La novità principale consisteva nell’ambientazione degli arredi armoniosamente coordinati in un complesso decorativo unitario che coinvolgeva tutto lo spazio interno, dalle pareti alla scelta dei tappeti e dei singoli elementi d’arredo, realizzati da abili artigiani con i quali Quarti cooperava

La ditta E. Quarti & C. si proponeva al pubblico con l’intento di fornire un arredamento completo, interamente armonizzato e intonato anche nei quadri e nelle sculture. Arti decorative e pittura non venivano concepite in modo gerarchico, ma si fondevano armoniosamente nello spazio interno, grazie a un progetto modernista che non privilegia più le arti figurative, come accadeva costantemente fino a pochi decenni prima.
Inoltre l’abitudine era quella di disegnare i mobili e di seguirne poi la realizzazione, che avveniva con piccole variazioni di forma e di materiali più o meno preziosi, in relazione alle richieste e alla disponibilità economica della committenza. Venivano quindi creati sia pezzi pressoché unici per la ricca nobiltà, sia una produzione definibile quasi ‘in serie’, per la borghesia meno abbiente.

Nel 1925 Quarti realizza l’arredamento interno del bar Camparino, nella galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Eseguito in collaborazione con il maestro del ferro Alessandro Mazzucotelli e con il pittore Angelo d’Andrea per le decorazioni musive. Un progetto che testimonia l’ormai netto passaggio linguistico dall’art nouveau all’art déco.

Dalla morte del padre Eugenio, Mario Quarti viene considerato futuro protagonista dell’arredamento italiano déco.